BRASSAI
Effetto Schwarzschild
Questo nome difficilmente pronunciabile per noi italiani e che desta curiosità/sorriso a chi si è da poco avvicinato alla fotografia, è riferito ad un fenomeno ben noto in fotografia.
Prende il nome da Karl Schwarzschild un fisico/astronomo tedesco vissuto nei primi anni del 900.
Per chi comincia a prendere confidenza con la tecnica fotografica, il diaframma e il tempo di posa sono i due strumenti principali che vengono usati. Impariamo subito che fra questi due strumenti esiste una reciprocità cioè cambiando il diaframma possiamo compensare con il tempo mantenendo invariata lesposizione. Per fare un esempio pratico 1/60 a f/8 e 1/125 a f/5,6 danno una immagine esposta in modo perfettamente uguale (effetto di reciprocità).
Per coloro che usavano la pellicola era noto che con tempi molto veloci o con tempi molto lenti questa regola viene meno. Questa anomalia prende appunto il nome di difetto di reciprocità o effetto Schwarzschild dal nome di colui che aveva evidenziato il problema.
Questo avviene perché la pellicola nel momento in cui viene esposta per tempi più lunghi di 0,5 secondi perde efficienza. Bisogna dunque compensare la perdita di sensibilità della pellicola aumentando maggiormente il tempo, ma non possiamo andare oltre perché la pellicola perde completamente efficacia. Addirittura notiamo che avvengono anche delle fastidiose alterazioni cromatiche non annullabili.
Il sensore al contrario reagisce meglio a questo fenomeno per cui si ottengono risultati migliori addirittura senza andare oltre i 10 minuti di esposizione invece dei relativi 60 minuti della pellicola. Ciò è apprezzato e verificato dagli appassionati di fotografia astronomica.
Quindi anche se spesso sono critico nei confronti del digitale in questo caso invece gli effetti positivi sono indubbi.
Buon divertimento