Il rapporto di aspetto o Display Aspect Ratio
Quando si parla di fotografia mi capita sempre di affrontare questo argomento e spesso mi accorgo di parlare di qualcosa poco conosciuto o meglio sottovalutato.
Si tratta di un concetto base in fotografia. Fa parte del linguaggio fotografico analizzare questo rapporto, ma viene spesso trascurato. Nel passato forse era più semplice poiché il formato delle pellicole più diffuso era il 24×36 e le relative stampe erano in proporzione un ingrandimento di questo formato. Bisogna subito precisare che questo rapporto non riguarda solo la fotografia, ma anche la televisione e il cinema o meglio tutte le arti visive. Pertanto non dobbiamo fare confusione. Ogni arte ha il suo linguaggio e la sua chiave di lettura e interpretazione. Da quando si è diffusa la tecnica digitale in tutti i settori abbiamo assistito a dei cambiamenti. Mentre nel cinema e nella televisione non ci sono stati dubbi, in fotografia invece è stato trascurato o meglio affrontato solo dagli addetti. Perché?
Molto semplicemente questo rapporto indica la relazione fra la base e laltezza dellimmagine. Prima cera solo la pellicola oggi invece cè il sensore (diverse misure e formati diversi), i vari display di visualizzazione, gli smartphone, i Tv color, i tablet, i videoproiettori ecc. Il sensore che troviamo nelle fotocamere di solito ha un rapporto 3:2 (1,5) come la pellicola 35mm (36x24mm), però se prendiamo le fotocamere con il sensore micro 4/3 il rapporto è 4:3 (1,33). Alcune fotocamere permettono di scegliere fra diversi rapporti compreso 1:1 (quadrato). Se vogliamo continuare in questa analisi possiamo dire che un monitor 1024×768 è formato 4:3 (1,33), mentre i nuovi monitor sono formato 16:9 (1,78). Non centra nulla il numero dei pixel, bensì la dimensione del supporto.
La carta da stampa 15×10 è 1,5, il foglio A4 29,7×21 è 1,41 e così via, potremo continuare.
Nel cinema esiste anche il 21:9 (2,35). Aldilà degli aspetti numerici o matematici quello che si evince è che partendo da un formato (la nostra fotocamera) è fondamentale capire come rivedremo la nostra immagine in quanto potrebbe essere richiesto un taglio. Un esempio per chiarirci meglio. Se torno da un viaggio a New York dove ho scattato prevalentemente con un 3:2 in formato verticale (grattacieli), rivedere gli scatti su un grande televisore da 65 pollici 16:9 vuol dire sfruttare solo la parte centrale dello schermo con un effetto spesso deludente. Quindi dobbiamo prepararci a questa evenienza in modo da non avere sorprese. Il rapporto di aspetto influisce profondamente sulla composizione e sullinquadratura.
Bisogna saper pre-visualizzare per non svilire lo scatto. Se stiamo curando la composizione dobbiamo prestare molta attenzione a questi passaggi da un formato allaltro predisponendo in tempo il rapporto giusto in funzione del progetto prescelto. La scelta del formato lo possiamo fare già durante lo scatto immaginando cosa vogliamo fare. Ovviamente se optiamo per un rapporto 1:1 con una reflex dobbiamo immaginarlo, possiamo comunque sfruttare il reticolo presente allinterno del mirino quando presente oppure il reticolo che si attiva in modalità live view. Sulle Nikon e sulle Canon è possibile comunque selezionare il formato prescelto in fase di visione. Quando ciò non è possibile dobbiamo sviluppare lo scatto in funzione del rapporto prescelto. Il formato 16:9 è un tipico formato video da usare con i nuovi monitor e i tv color. Si è sviluppato con lavvento dell Alta Definizione 1920×1080. Se pensiamo ai social il formato quadrato 1:1 è da preferire. Se volessimo stampare non ci sarebbe nessun problema visto che possiamo avere qualsiasi formato su carta.
Buon lavoro !