Il Cretto Grande di Massimo Siracusaย
La sensazione di perfezione e di tempo sospeso che irradia dai suoi lavori precedenti, iscrive le ricerche di Siragusa sul Cretto di Burri in una sorta di continuitร . Ma nuovi elementi sono flagranti.
Come se lโimpatto con lโopera di Burri suscitasse unโemozione talmente forte da determinare un approccio diverso della realtร da fotografare. Un confronto ravvicinato con la materia in cui si perdono i riferimenti spaziali, la profonditร e lโestesa del Cretto. Siragusa scruta i segni lasciati dal tempo, dallโacqua e dal sole sul cemento, sembra voler penetrare la materia, ne restituisce le asperitร , le fessure, le declinazioni di grigio e di bianco, le apparizioni vegetali accidentali.Lโattesa abita le immagini del Cretto, attesa e potenza che ricordano le immagini che Siragusa aveva fatto nelle cave di marmo, lโonnipresenza della materia, a scala diversa, diversamente lavorata, dalla luce o dalle macchine; qui punto di partenza per il genio creativo di Michelangelo, a Gibellina realizzazione massima, a dimensione di cittร , dellโopera di Burri.Pagina dopo pagina, con Siragusa si scopre e si accede a una nuova lettura del Cretto, uno studio anatomico che ne rivela la forza quanto la fragilitร , la bellezza dei dettagli, lo stupore degli scorci, la magia dei labirinti. Quando le rare viste dellโinsieme appaiono, la sorpresa รจ ancora piรน grande di fronte a una sorta di topografia immaginaria, di cittร immobile, addormentata per sempre sotto un lenzuolo di cemento bianco.Laura Serani